Cenni sulla storia della Famiglia Ruggi d’Aragona

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Dalla relazione dello storico PASQUALE NATELLA.

L’apporto delle famiglie alla costituzione e allo sviluppo delle nazioni assume un posto di rilievo nelle società europee. In Italia, e partitamente nel suo Meridione, accanto ai grossi e rilevanti ceppi funzionarono nel tempo in ogni città e regione personalità di spicco che alle volte determinarono il corso degli eventi.
Nell’ex Regno di Napoli, dopo la Capitale, Palermo e Bari si distingueva Salerno, e qui s’impose la famiglia Ruggi d’Aragona.

La storia della nobile famiglia Ruggi d’Aragona, Patrizia della città di Salerno, attraversa quasi mille anni di storia del Mezzogiorno italiano. Eminenti studiosi del tempo andato hanno scritto a proposito dei suoi primordi, a cominciare  dal più famoso storico-genealogista del Seicento Carlo de Lellis, noto per aver effettuato un meticoloso spoglio degli archivi angioini, aragonesi e vicereali, che imbattutosi in una ingente massa di dati li appuntò dapprima nei suoi Notamenta [1]  per poi utilizzarli nella stesura della sua opera più nota, i Discorsi delle Famiglie nobili del Regno di Napoli. Nei Notamenta riserva alla Famiglia Ruggi ben 12 pagine d’appunti ricche di notizie inedite ed interessanti:

1271, Johannes Rugius miles de Salerno filius quondam Guiscardi concessit et perpetuo locavit Petro et filio de Gisulfo vassallis suis in mentum vassallaggij quedam bona stabilia cedere domino Johanni in castro dicti Perdifumi et eis pertinentijs spectantia cum recognitione ad arma cedendi eidem Johanne et eius heredibus in festo sancti Laurentij de mense Augusti annorum tarenos 3 in nativitate domini spallam unam de porco in nativitate domini gallinam unam et eidem domno Johannes vel eius heredibus dum contingerit de militia vel maritagium facere subvenire in pecunia ut alij eis vassalli per notarium Mattheum de Felice terre Nucis pertinentia Cilenti penes Vincentium Rugium [2] .

Ed ancora: “G.Battista Rugius progenies nortmanni Rogerij primi Siciliae Regis temporibus divitijs nobilitate ac dignitate Salerni floruit…[3] suam posuit sedem familiam Rugiam in ea urbe…”

che indicherebbe il più antico esponente della Famiglia vissuto al tempo di Ruggero I d’Altavilla, fratello di Roberto il Guiscardo, intorno al 1100.

 Coevo del De Lellis è lo storico Giulio Ruggi, appartenente alla Famiglia Ruggi d’Aragona, la cui esistenza attraversò quasi per intero il XVII secolo, essendo nato a Salerno il 7 settembre 1599 ed ivi morto il 14 aprile 1691. Autore, tra gli altri, di un importante trattato [4] sulle Famiglie nobili salernitane, il manoscritto 103, nelle cui carte è anche un ritratto dei Suoi:

“…l’Armi Rugio denota la casa normanda poiché è un campo vermiglio davanti attraversa una banda d’argento, colori usitati vedi da essi Normanni , dentro la banda poi vi si aggiunge un leone di cui è il ruggire, et è proprio il regnare“.

Del monaco giureconsulto cavese Pietro del Pezzo [5] ,autore nel 1705 del manoscritto “ Contezza de la origine, aggrandimento e stato delli Seggi della città di Salerno” dedicato a Monsignor Bonaventura Poerio Arcivescovo di Salerno, sono diversi appunti sulla Famiglia Ruggi:

“…e così Matteo Ruggi nell’anno 1266 fu anco chiamato Patrizio…” e “La Famiglia Ruggi fu di consanguineità strettissima a i Principi Normandi, e Francischetto Ruggi spezialmente fu cognato di Roberto Guiscardo, nel di lui tempo fu aggregata questa famiglia nella nobiltà salernitana nell’anno 1084, allorchè egli venne in Salerno con questo Principe da Roma a condurre il Papa Alessandro VII.”

In realtà, sul nome del Pontefice il Del Pezzo equivoca in quanto era stato Gregorio VII ad essere scortato a Salerno, ove morità il 25 maggio 1085 e verrà sepolto nella Cattedrale.

Anche il Pinto [6], il canonico Fortunato Pinto, nella sua opera sulle Famiglie Nobili delli tre Seggi della città di Salerno è della stessa opinione di Del Pezzo in quanto ai Ruggi:

Gode nel Seggio del Campo della città di Salerno. È originaria Normanda, discendente dal Sangue de’Biscardi, come lo dinota il campo Vermiglio, in cui s’attraversa la Banda d’argento, ed il Leone nell’Impresa”.

Continua ancora il Pinto, alle cc.144r-145r del suo ms.19, sulla stessa famiglia:

Nella Numerazione di Salerno del 1447 sistente nella Regia Camera folio 2 at = Antonellus Ruggius.
Nel registr.1390 a.Folio 54 at. Venutio Ruggi Erario di Principato nell’Esattione delle Collette.
E’ Istrumento de 20 Luglio 1473 per notar Giuliano Barberito di Salerno, in cui Petruccio Ruggi e Catarina Ruggi, moglie d’Antonio Cappasanta.

A 26 Luglio 1492 per notar Pietro Ferrigno di Salerno è Vendita al Nobile Raffaele Ruggi d’un giardino con case vicino le mura della Città a Busanola. Qual Giardino a 9 Marzo 1531 per notar Bartolomeo d’Amore di Salerno dà Matteo Angelo Ruggi à richiesta del Principe di Salerno, fu venduto a Gio.Cola de Vicarij, ed Antonio Solimele Procuratori del Convento di S.Francesco di Paola per ampliazione di detto Convento, come da loro Archivio”.

Il canonico teologo Giuseppe Paesano [7], sempre a proposito della nobile famiglia de’Ruggi di Salerno ci fa sapere che “…è di origine Normanna, ascritta un tempo al Seggio del Campo ed avente per istemma in un campo rosso una fascia argentina con in mezzo un leon d’oro fra due rose l’una d’oro o di color rosso o nero col manto dell’animale, rosso”.

Antonio Mazza poi, con la sua consueta laconicità, ci mette al corrente della professione di Franciscus Rugius 1330 Dux Equitum Mediolani  [8]

mentre Giuseppe Recco [9] così discetta a proposito dei Ruggi : “La Nobiltà dell’Illustrissima Città di Salerno non può mendicar luce dalla mia penna, fede antica de’Principi Longobardi, indi de’Reali Normandi, ò quanto illustri furono li Guarna conti di Marsico, e nobilissimi li Ruggi, e dette Famiglie imparentate non solo con Nobili, mà con li Grandi Signori del Regno”.

Detto sin qua di quelli che furono i primordi della Famiglia è opportuno, a questo punto, rivolgere l’interesse verso quelli che sono stati gli avvenimenti più rimarchevoli che caratterizzarono il millenario scorrere della sua storia.

il primo è fortemente legato al divenire secolare della nostra città in quanto i Ruggi furono i conduttori, i responsabili diretti di quello che per secoli fu un riferimento prestigioso e rinomato per italiani e stranieri, la Fiera di Salerno [10], punto nodale della qualificazione cittadina a livello mondiale. Infatti a partire dal 1259, nel Regno di Napoli, vennero realizzate diverse Fiere e le più importanti furono quelle di Lanciano in Abruzzo e di Salerno.

In esse fu esitato di tutto, dagli animali, ai tessuti, alle derrate alimentari, ai mobili ed altro. Della durata iniziale di 8 giorni, in onore del Patrono San Matteo, nel mese di settembre, al porto di Salerno e lungo le sue vie giungevano venditori da ogni dove, dalla Spagna, da Marsiglia, dalla Grecia, dall’Olanda, dall’Inghilterra, da Firenze , Venezia e a dirigere questa vasta impresa furono per circa 5 secoli i Ruggi d’Aragona: dal 1382 con Petruccio, sino al 1770 col marchese Giuseppe II.

L’aumentata importanza della Famiglia all’interno e fuori del Principato Citra, e la grande reputazione e stima che godeva nell’ambito della corte spagnola, portarono alla concessione di un prestigioso riconoscimento da parte di Re Federico I d’Aragona che il 3 luglio 1500 conferì loro il Privilegio di Consanguineità [11] ed il consenso d’aggiungere al proprio cognome il predicato d’Aragona e di inquartare il proprio stemma con quello della casa reale.

Altro punto rilevante di cui i Ruggi d’Aragona ebbero parte d’eccezione fu l’ospitalità [12] concessa all’Imperatore sul cui Regno non tramontava mai il sole, Carlo V. Nel novembre del 1535 l’augusto personaggio visitò la città ospite del Principe Ferrante Sanseverino e per motivi di logistica – la sua abitazione salernitana era per dimensioni assolutamente inidonea – fu scelta la casa palaziata dei Ruggi, una delle più belle dimore cittadine e certamente la più appropriata ed accogliente. E così Carlo V vi dimorò per 4 giorni, ospite di don MatteoAngelo I Ruggi d’Aragona e dello zio Filippo abbate della Cappella Palatina di S.Pietro a Corte, circondato dal Vicerè don Pedro de Toledo e dal Duca d’Alba.

Appena mezzo secolo dopo, siamo nel 1590, il riscatto di Salerno che da città feudale diviene città demaniale [13]. Si deve infatti al provvidenziale intervento di tre rappresentanti della nobiltà Patriziale salernitana MarcAntonio Ruggi, GianVincenzo Quaranta e Pompeo de Ruggiero, con alle spalle l’intera città, dall’Università al clero tutto con l’Arcivescovo Geronimo Seripando in prima linea, se non divenne feudo del Duca di Eboli Nicola Grimaldi ma fu riscattata dalla proprietà di re Filippo II, cosa che non era stato sino ad allora possibile realizzarere dopo vari tentativi. E così il 9 aprile 1590, il Vicerè don Juan de Zúñiga y Avellaneda Bazán firmò in Napoli, con i rappresentanti della capitale di Principato Citra guidati dal Ruggi predetto, che per questo suo comportamento è da ritenersi uno dei Padri rifondatori della città, lo strumento del riscatto a fronte di un esborso di ben 60.000 ducati.

A conclusione della vicenda, per Salerno divenuta ormai città del Demanio Regio ci fu la garanzia che anche nell’avvenire neppure il secondogenito di Sua Maestà avrebbe potuto mai più richiederla.

In età moderna, autorevole elemento di richiamo della famiglia fu la partecipazione di alcuni suoi membri alla vita politica del Regno. Nel 1741, MatteoAngelo II [14] che per meriti acquisiti nei Presidati di Calabria Ultra, Principato Ultra ed Abruzzo Citra, aveva ricevuto da Re Carlo III il titolo di Marchese sul cognome, fu investito della carica di Governatore dei Presìdi di Toscana e Soprintendente Generale delle Regie Castella di Napoli e Sicilia. Suoi figli, degli 8 che gli aveva donato Maddalena Cavaselice sua consorte, furono Antonio e Ferdinando [15] che, convinti della nascente democrazia liberale come i Caracciolo, i Pimentel Fonseca, i Serra di Cassano ebbero nel 1799 rilevanti incarichi a Napoli e Salerno nella costituzione della Repubblica Giacobina, insieme con Mario Pagano. Perseguitati dal Borbone, videro troncata la loro giovane esistenza dalla lama del carnefice – il 23 novembre ed il 7 dicembre 1799 – nella tristemente nota piazza Mercato di Napoli.

In seguito poi, il Comune partenopeo incise il loro nome nelle due lapidi che sul Municipio ricordano, a tutti, il sacrificio subito dagli uomini giusti.

Ancora una vicenda che lega i Ruggi d’Aragona alla città di Salerno: un’opera di profonda benemerenza che solo una famiglia di degnissime tradizioni avrebbe potuto concepire, la fondazione dell’Ospedale cittadino che nel nome li ricorda. A volerlo, il Marchese Giovanni Maria, figlio di Giuseppe II e Chiara Angiola Invitti dei principi di Conca. Costui svolse anche vita politica e amministrativa [16] a favore di quella città che amava profondamente: fu Consigliere Municipale dal 1831 al 1853 e Sindaco di Salerno dal gennaio 1854 al febbraio 1856 quando lasciò per una malattia che lo condusse poi a morte.

Circa due secoli fa, nel 1854 Salerno contava 27.759 abitanti ed era la seconda città della Campania con problemi impellenti, soprattutto di igiene e sanità.  Molti sono gli interventi che si ricordano da lui adottati per il decoro, la sanità e l’igiene cittadino: dall’illuminazione serale in vari punti del territorio urbano con la collocazione di numerosi fanali ad olio, il raddoppio del servizio telegrafico per incrementare la funzione informativa, l’apposizione sul campanile del Duomo di un orologio, lo sviluppo della viabilità cittadina e provinciale, alla risoluzione d’importanti ed urgenti problematiche concernenti la pulizia ed il decoro delle abitazioni cittadine in maggioranza prive di servizi igienici, al riassetto della rete fognaria. La sua radicata affezione per la città, s’era già concretizzata negli anni Quaranta dell’Ottocento con la fondazione di un piccolo ospedale ubicato nel vicolo di piazza Portanova che da lui prese nome.

Non bastava, naturalmente e nel 1870 Giovanni fece testamento [17] con cui donava tutti suoi beni alla Comune di Salerno con l’obbligo di costruire un Ospedale per i poveri e gli infermi più grande di quello allora esistente a Porta Catena, dedicato a S.Giovanni di Dio il protettore dei malati, e che portasse per sempre soltanto il suo nome. E così la storia volle che nel 1909 fosse posta la prima pietra di quello che nel 1911 entrò in funzione come l’Ospedale Ruggi d’Aragona e S.Giovanni di Dio, ubicato nella centrale via Vernieri, per poi trasferirsi alla fine del secolo scorso nell’attuale grande nosocomio cittadino che la bocca di tutti, pazienti, giornalisti, uomini comuni pronuncia semplicemente “il Ruggi”, e qui svolse il compito di Direttore Amministrativo il penultimo rappresentante della casata Ettore I Ruggi d’Aragona.

 

Nel corso di sei secoli furono, e sono tuttora, ascritti al Sovrano Militare Ordine di Malta, da ColaMatteo, primo Cavaliere della famiglia, perìto nel 1480 a Rodi nel corso dell’assedio che i Turchi Ottomani, comandati dal Gran Visir Gedik Ahmet Pascià, portarono alla fortezza rossocrociata, come riferisce Pietro Del Pezzo [18] , all’odierno Roberto II Maria Cavaliere di Onore e Devozione.

I Ruggi d’Aragona hanno conservato fino ad oggi, intatti, l’onore e la dirittura morale della propria Casa.

 

ABBREVIAZIONI

BSNSP : Biblioteca Società Napoletana di Storia Patria

BPS : Biblioteca Provinciale di Salerno

ABC : Archivio Badia di Cava dei Tirreni

ADS : Archivio Diocesano di Salerno

ASS : Archivio di Stato di Salerno

ASCS : Archivio Storico Comunale di Salerno

 

[1]  C.DE LELLIS, Notamenta, Napoli, in BSNSP, ms. XXVII.C.8, cc.495r-500v.

[2]  Ivi, c.496v.

[3]  Ruggero I d’Hauteville, ultimogenito di Tancredi d’Altavilla e fratello di Roberto Guiscardo fu il conquistatore e il 
primo Gran Conte di Sicilia. Vi regnò dal 1071 al 1101.

[4]  G.RUGGI, Notamentum extractum a Libro notamentorum familiarum Salerni et Provinciae Principatus Citra Domini
 Iulii Rugii, ms.103, in BPS, Fam.Ruggi cc.68r-69r.

[5]  P.DEL PEZZO, Contezza dell’origine, aggrandimento, e stato de’i Seggi della città di Salerno, ms.142, in ABC., Arca

[6]  F.PINTO, Famiglie Nobili delli tre Seggi della città di Salerno, ms.19, in BPS, cc.144r-145r.

[7]  G.PAESANO, Memorie per servire alla storia della Chiesa Salernitana, parte III, in ADS, Salerno, Stab. tip. R. Migliaccio, 1855, p.62, n.(b).

[8]  A.MAZZA, Historiarum Epitome de Rebus Salernitanis, in BPS, Napoli, Ed. F.Paci, 1681, p.107

[9]  RECCHO G., Notizie di Famiglie Nobili ed Illustri della Città e Regno di Napoli, libro libero nelle Verità, Napoli, presso Domenico A. e Nicola Patrino, 1717.

[10]  SINNO A., La Fiera di Salerno, in “Rassegna Storica Salernitana, anno XVIII – n°1-4, Gennaio- Dicembre 1957, a cura della Società Salernitana di Storia Patria.

[11]  ASS., Archivi Privati- fam.Ruggi d’Aragona, b.72, fasc.15, pp.1-9

[12]  SALETTA V., Il viaggio di Carlo V in Italia, in “Studi Meridionali”, X (1977), n°1 –  A. VENEREO, Privilegium Caroli  V Imperatoris pro Familia Ruggi de Salerno, in ABC, Arca 67, n°143, c.4r.

[13]  C.CARUCCI, L’autonomia amministrativa della città di Salerno nella II metà del sec XVI, in “Archivio Storico per la Provincia di Salerno”, anno III 1923, N° 2-3, pp. 128139.

[14]  P.NATELLA, Il controllore Matteo Angelo Ruggi d’Aragona fra castelli e poteri locali, in Fra Napoli e Salerno nel‘600, cit., pp.70-72  – G.CACIAGLI, Lo stato dei Presìdi, in “l’Universo”, LI (1971), n°1, pp.8-14, in partic. vol.ID ibidem, Pontedera, ed. Arnera, 1992  –  G.RESCIGNO, Salerno nel Settecento, vol.II, Salerno, Plectica, 2005, pp.113-120.

[15]  R.AVALLONE, I fratelli Ruggi martiri della Repubblica Partenopea, in “il Follaro”, Salerno, ½, 2005.

[16]  ASCS, Decurionato dal 1852 al 1855, pp.20,185,193,203.

[17] ASS, Protocolli Notarili, Nr. M.Montanini di Salerno, b.3264, a.1870, cc.224r-237v.

[18] P.DEL PEZZO, op. cit., in ABC, Arca XIII, n°142, p.136.

 

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Cav. Roberto Ruggi d'Aragona

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Cav. Roberto Ruggi d'Aragona

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